Sono rientrata da poche ore da un viaggio di straordinario significato geopolitico, la visita a Dharamsala dove ha sede il Governo tibetano in esilio, in occasione del 60esimo anniversario dalla rivolta repressa nel sangue dal regime cinese.
Un viaggio breve, 48 ore piene in tutto, ma così intenso da lasciare un segno indelebile nella memoria dei tanti delegati internazionali presenti. Un ricordo che si tradurrà soprattutto in azioni concrete, con l’obiettivo di favorire – attraverso gli intergruppi parlamentari e le risoluzioni – la difficile ricostruzione di un rapporto tra Cina e Tibet.
Insieme a parlamentari provenienti da tutto il mondo ho avuto modo di incontrare il Dalai Lama, persona di straordinaria semplicità con una visione lucida e moderna. Abbiamo a lungo discusso di prospettive e abbiamo compreso come quella che lui definisce la ‘via di mezzo’, ossia un’autonomia del governo tibetano e non più un’indipendenza dalla Cina, sia una prospettiva ragionevole.
Ma prima è necessario ristabilire i rapporti con la Cina. Ci impegneremo attraverso le risoluzioni e le attività degli intergruppi parlamentari affinché si riaprano i colloqui sospesi da troppo tempo – ha dichiarato la Incerti -. Da parte mia l’impegno a contribuire per quanto nella mia possibilità ad avviare un percorso di autonomia della regione.
Sono rimasta molto colpita anche dal sistema educativo avanzatissimo ma nello stesso tempo rispettoso della tradizione e di una cultura che ha valore assoluto. Un contesto educativo nel quale siamo stati accolti da circa 800 ragazzi, un evento nel quale ho avuto l’onore di esplicitare il mio sostegno alla causa tibetana.