La regolarizzazione del lavoro agricolo, in tutte le sue forme, è una delle risposte più urgenti che occorre mettere in campo in un momento nel quale è necessario prestare ancora più attenzione alla tutela delle condizioni di salute dei lavoratori, oltre alle condizioni di tutela sociale nelle quali si trovano ad operare nelle nostre campagne.
Si tratta di una battaglia di civiltà e di dignità, oltre che di salute pubblica, che già da tempo ho voluto intraprendere, insieme al mio partito, il Partito Democratico. E che ci vede impegnati anche per la regolarizzazione e la tutela di altre categorie di lavoratrici e lavoratori da troppo spesso ignorati, come ad esempio colf e badanti. Si tratta di 2 milioni di persone, di cui solo 865mila regolari, che svolgono una funzione fondamentale prendendosi cura di anziani e persone fragili, e spesso sono titolari di rapporti di lavoro “grigi”, che non tengono in conto le reali ore lavorate.
Per quanto riguarda i lavoratori agricoli, poi, resta attualissima la mia interrogazione al Ministro dell’agricoltura del 15 aprile scorso.
Ho chiesto al governo, insieme ad altri deputati, come individuare le risposte più idonee a questa fase di emergenza per il settore agricolo, ricordando che il Partito democratico aveva richiesto la convocazione di un tavolo con Governo e parti sociali che coinvolga la piccola e grande distribuzione, per sostenere al meglio sia la produzione che la corretta erogazione di alimenti e beni primari a tutta la popolazione .
Inoltre ho chiesto quali iniziative intenda adottare per garantire il reperimento della manodopera necessaria al sistema dell’agricoltura italiana attraverso forme e soluzioni che mettano in sicurezza queste persone dal punto di vista lavorativo, strettamente connesso a quelli abitativo, della salute e della dignità sociale.
Il lavoro, ne sono convinta, deve ripartire con più garanzie rispetto al passato. Credo che questa crisi ci abbia insegnato che la dignità e la salute delle persone, tutte le persone, vadano tutelate maggiormente.