Tutta la campagna elettorale, così come l’esito delle elezioni dello scorso 4 marzo, è stata fortemente influenzata dal dibattito in tema di immigrazione e migranti.
Da ultimi rilievi di Demos, un italiano su 2 si sente invaso dall’arrivo ininterrotto di migranti.
Non si vuole sottovalutare la percezione di insicurezza così come si può comprendere l’inquietudine verso l’altro, il diverso per lingua o colore di pelle, la naturale paura per ciò che non conosci.
Ciò non toglie che – forse – può essere utile affidarsi anche a qualche dato e cercare di sfatare miti, luoghi comuni e stereotipi sapientemente utilizzati da leader di partito o Ministri come Matteo Salvini, capo della mitologia sovranista.
I migranti arrivati nel 2018 sulle coste italiane sono quasi l’80% in meno di quelli dello stesso periodo dell’anno precedente. Secondo i dati dello stesso Ministero dell’Interno, nei primi 6 mesi del 2018 sono arrivate in Italia via mare 14.441 persone, mentre nello stesso periodo dell’anno precedente ne erano arrivati 64.033.
Ecco alcuni miti su cui ragionare e fondare politiche di regolazione, accoglienza reali.
1 – L’Italia è stata lasciata sola
È vero solo in parte. Se Grecia ed Italia hanno sostenuto il peso maggiore soprattutto dopo il 2015 e la crisi siriana, nello stesso tempo si è lavorato sulla revisione del Trattato di Dublino che è uno dei problemi all’origine. E poi si vuole rimarcare che alcuni Paesi si sono dimostrati del tutto disponibili alle quote e alla ripartizione. La Germania che è il Paese che ha ricevuto più richieste di asilo negli ultimi anni ha sospeso il Trattato per accogliere un milione di siriani. L’Italia NON è al primo posto nell’accoglienza di rifugiati.
2 – La proposta di rimpatriare 5000 persone. È finita la pacchia?
Salvini ha detto che rimpatrierà 500mila migranti irregolari.
Peccato che non abbiamo accordi di rimpatrio con i Paesi di origine dei migranti e i rimpatri forzati sono molto costosi. Ci sono più di 60 nazionalità di immigrati e non sappiamo quanti immigrati irregolari oggi sono presenti in Italia. Come ha detto qualcuno, ci vorrebbero “27 anni di voli per i rimpatri e oltre un miliardo e mezzo di spesa più diarie, indennità di missione, vitto e alloggio degli agenti di scorta”.
3 Le ONG sono taxi
Di Maio dice che le navi delle Ong davanti alle coste libiche sarebbero un incentivo a partire per l’Europa.
Se si guardano i dati degli ultimi 2 anni si evince che non c’è nessuna correlazione. Che operassero o no in mare i flussi non ne sono mai stati influenzati.
4 Gli immigrati ci contendono posti di lavoro
Se leggiamo il “Rapporto sull’economia dell’immigrazione” agli immigrati spettano i lavori più dequalificati che gli Italiani non fanno più. Edilizia ed agricoltura, settori in cui il lavoro è prevalentemente manuale, più pesante, con paghe basse e contratti senza nessuna protezione.
Dunque sarebbe ora opportuno smontare le false convinzioni che continuano a condizionare erroneamente le scelte politiche e l’opinione pubblica continuamente deviata da una propaganda rozza ed opportunista.
On. Antonella Incerti, Deputata PD
Grafico tratto dalla rivista “Internazionale”