Questo decreto legge introduce una misura attesa da tempo, diretta a ridurre la pressione fiscale sul lavoro dipendente, come previsto dal programma di governo al momento della sua formazione.
La finalità del provvedimento è quella di restituire potere d’acquisto alle retribuzioni dei lavoratori dipendenti pubblici e privati, in modo da rilanciare i consumi di individui e famiglie che da molti anni hanno visto salari stagnanti.
Il provvedimento recepisce l’intesa raggiunta tra le rappresentanze dei lavoratori e il governo.
L’accordo con i sindacati sul taglio del cuneo fiscale con cui alzare i salari netti per 16 milioni di lavoratori con redditi medio bassi è molto positivo. Aumentiamo gli attuali 80 euro a 100 euro netti in busta paga per tutti gli attuali percettori del bonus fiscale ed estendiamo il beneficio ad altri 4,3 milioni di lavoratori dipendenti che fino a oggi ne erano esclusi.
In pratica, ai lavoratori dipendenti con redditi compresi tra 8.174 euro e 28.000 euro, viene riconosciuto direttamente in busta paga un bonus, per un importo pari a 100 euro al mese, mentre per i redditi superiori, e fino a 40.000 euro, è invece riconosciuta una nuova detrazione fiscale.
La platea di coloro che percepiscono attualmente il bonus 80 euro, pari a 11,7 milioni, tra lavoratori dipendenti privati e pubblici, aumenta così di 4,3 milioni, arrivando a 16 milioni di beneficiari.
Si riconosce al contribuente una somma a titolo di trattamento integrativo, di natura permanente, che sostituisce e amplia il bonus 80 euro.
Viene istituita una detrazione fiscale Irpef ulteriore rispetto a quella esistente a beneficio di coloro con redditi superiori a 28.000 euro e fino a 40.000 euro, esclusi dal trattamento integrativo. La detrazione ha carattere temporaneo, in quanto si applica limitatamente alle prestazioni rese nel semestre che va dal 1 ° luglio al 31 dicembre 2020, in vista di una revisione strutturale del sistema delle detrazioni.
Le classifiche OCSE collocano l’Italia al terzo posto con il cuneo fiscale più alto, dieci punti sopra la media europea. Questo si traduce in un pesantissimo gap negativo, in termini di competitività delle nostre imprese e di beneficio dei nostri lavoratori.
Questo decreto legge costituisce un primo importante tassello, che anticipa una più ampia riforma del sistema, per un fisco più equo.
Non è certamente un punto di arrivo, quindi, ma è un punto di partenza importante, ancora più importante all’interno della crisi economica complessa che, purtroppo, anche l’epidemia di coronavirus ci costringe ad affrontare.